giovedì 30 settembre 2010

Che avrà voluto dire ?!?


C'era il mare. E questo già era un aspetto piacevole; un mare strano però, vicino e lontano, grande ma piccolo, a strapiombo ma con la spiaggia. Insomma in un sogno ci si può mettere tutto, non si ha bisogno di quadrare le cose; l'importante, in un sogno, è che si stia bene, che lasci al mattino un buon sapore. Altrimenti è un incubo.
Stavo in un posto gradevole, in una casa gradevole che però non si era liberata ed era come se convivessimo con altre persone, ma non era fastidioso anzi c'era un clima di serena coabitazione. Io ero come ora, ma solo dentro, fuori ero diverso, forse giovane non ricordo. Ma una cosa me la ricordo bene : vivevo in quella giovinezza ciò che nella vita vera non ho vissuto; avevo sensazioni che avrei voluto provare e non ho provato, ricevevo qualcosa che, invece, mi è stato negato. E nel sogno sapevo che un giorno avrei provato nostalgia per quello che non c'era stato e mai ci sarebbe stato.
Stamattina mi sono svegliato con un senso di sottile smarrimento, con la consapevolezza di aver capito qualcosa che finora mi era sfuggita: l'affetto, la tenerezza, la complicità, l'intimità sono come il pane, bisogna consumarle fresche. Dopo possono essere buone lo stesso ma non sarà la stessa cosa.

domenica 26 settembre 2010

Breve storia di ordinari disguidi.



Sono di nuovo operativo a 360°, intendendo con ciò che è tornato l'adsl anche nella casina.
Come dicevo nel post precedente dal 6 settembre eravamo privi di collegamento e di voce e solo venerdì siamo riusciti a tornare cittadini come tutti gli altri.
Brevissimamente, è successo questo. A marzo sono stato contattato telefonicamente da un noto operatore, di cui non faccio il nome, per l'offerta di un contattato che mi sembrò da subito assai conveniente. Dopo aver aderito ricevetti il contratto che rispedii prontamente debitamente firmato; da allora, per molti mesi, non seppi più nulla, nonostante i miei costanti solleciti. Il sei settembre scoprimmo di non avere più linea adsl e, cosa assai più grave, collegamento telefonico. Da quella data ogni giorno ho telefonato al call center dell'operatore sollecitando il ripristino della linea ottenendo risposte piuttosto evasive da incolpevoli addetti sin quando, esasperato, mi sono deciso a rivolgermi al CORECONS, denunciando l'accaduto e richiedendo un loro intervento.
Come sarà come non sarà due giorni dopo la mia denuncia ho ricevuto il modem dedicato, una telefonata nel quale mi si chiedeva se avevo bisogno di assistenza per l'istallazione; poi, dulcis in fundo, mi ha contattato il servizio legale proponendomi cinque mesi di abbonamento gratuito per il disagio subito.
La morale di questa modesta vicenda (non sto parlando di case a Montecarlo o corruzione di testimoni) è che bisogna utilizzare gli strumenti di cui i cittadini dispongono per far valere le proprie ragioni e soprattutto che, almeno per la mia esperienza, queste istituzioni, una volta sollecitate, funzionano egregiamente.

lunedì 20 settembre 2010

Ci sono e batto un colpo. Uno solo però !




Posso addurre due giustificazioni, prima di venire accompagnato dai genitori: la prima è che ho litigato violentemente con Tiscali e sono senza adsl e, cosa ancor più grave, senza telefono; la seconda è che sono in una fase di profonda pigrizia. E' come se ancora non fossi tornato del tutto dal Salento.
Tornerò, lo so, prima o poi; l'ho già fatto altre volte. Mi fa così, mi prende quell'indolenza che si alimenta di se stessa.
Però vi leggo.

domenica 5 settembre 2010

Personaggi ed interpreti.


P1010157, inserito originariamente da unodicinque55.


Gli abitanti di Borgagne si dividono in taciturni e logorroici. Avrete capito che il sagrestano appartiene alla prima categoria; nella seconda metto il proprietario del Bar degli Amici.
Ora, se sei una persona tendenzialmente silenziosa chiamalo Bar dei Conoscenti ma non certo degli Amici, che è difficile fare amicizia con uno che non parla mai! Al Bar degli Amici entri e se non chiedi tu quello che vuoi , stai certo che quel timidone che sta dietro al banco piuttosto che farti la classica domanda, cosa prende ?, si farà sparare. Molto probabilmente quel locale l'ha ricevuto in eredità da un parente, altrimenti uno così difficilmente avrebbe fatto quel mestiere. Magari la guardia notturna o il custode di un faro, ma mai il barista.
Diversamente il proprietario del supermercato Gulliper (grazioso calembour ) è un logorroico non conclamato, nel senso che la prende da lontano, sembra che parli controvoglia , è parco di parole all'inizio; ma è una tecnica, tu lo vedi restio alla conversazione e ti apri, quello all'inizio recalcitra poi non ti molla più!! Però, a onor del vero, debbo dire che è stato un consigliere prezioso per scoprire luoghi che probabilmente non avrei visto se non me li avesse segnalati; però appena cercavo di smarcarmi lui si comportava come il più roccioso dei difensori e mi si incollava addosso senza darmi respiro. In una categoria a parte metterò Maria Arcona (il nome è strano ma deriva da una delle tante madonne che costellano la nostra bella penisola) metà taciturna e metà logorroica a seconda del ruolo svolto. Maria Arcona l'ho vista in due vesti, pantaloni e maglietta sobria nel ruolo di imprenditrice di azienda agricola; miniabito nero nell'altro, quello di proprietaria di un agriturismo, in entrambi seducente come un maresciallo dei carabinieri. Però anche lei di una gentilezza d'altri tempi e per una persona che ogni giorno dell'anno si sveglia alle quattro e un quarto per adempiere all'attività di imprenditore agricolo è davvero moltissimo.
Altre piccole perle di questa collana me le riservo per i prossimi giorni, che se metto tutto nel calderone cosa scrivo d'ora in poi?
A latere dirò che la foto ritrae i santi vestiti da moschettieri dei quali però purtroppo non posso raccontare nulla.

sabato 4 settembre 2010

Due o tre cose che so di lui.


P1010575, inserito originariamente da unodicinque55.


Parlo del sagrestano.
Che bestemmi l'avete capito e che probabilmente sia un'abitudine anche; se l'ha fatto davanti a me senza conoscermi affatto è possibile che sia una specie di intercalare. A me non piace la bestemmia, non le dico e mi da fastidio ascoltarle, le ritengo inutili. Che l'abbia fatto davanti alla chiesa è ininfluente, per quel che mi riguarda, non sarei del tutto contrario a trasformare l'edificio attualmente destinato al culto, in un grazioso loft dove trascorrere le vacanze estive. Le mie ovviamente.
Le cose che so di lui sono altre. Un paio me le ha dette lui, una di queste l'ho potuta verificare di persona; un'altra ancora l'ho saputa per caso da una fonte diversa che , ovviamente, non ho potuto verificare, quindi ve la cedo con beneficio d'inventario.
Dunque il sagrestano è un ex infermiere professionale, ha lavorato in ospedale ed è attualmente in pensione; ha un'altra passione , oltre a quella di cui vi parlerò in seguito, ed è la taranta. E' un appassionato ballerino di taranta, frequentatore delle feste di paese durante le quali si esibiscono gruppi salentini e non ,che suonano quel tipo di musica. Lui me l'ha detto con l'aria di chi confessa un peccato, un vizio al quale non sa e non vuole resistere; ma lo sa, dice, che sono capace di ballare per ore tanto da dovermi cambiare più volte la camicia? Io sorrido, sinceramente mi sembra un'esagerazione. Mi fa, lunedì sera a Carpignano, pochi chilometri da qui, faranno una serata dedicata alla taranta. Si avvicina e quasi sussurra, verrà? Dico di si, complice e divertito.
L'idea ce l'avevo fin dalla partenza, anzi per l'esattezza in programma c'era la Notte della Taranta il 28 agosto a Melpignano.
Arriviamo nella piazza del paese piena di gente che già iniziano a suonare; la musica ti prende, è qualcosa che arriva dentro e ti fa muovere ad un ritmo irresistibile con passi che non conosci. Ci sono tante persone, moltissimi giovani , ovunque coppie occasionali si lanciano nella danza è uno spettacolo affascinante, quei passi, quegli inchini, quel girarsi attorno uomo e donna , tutte movenze che rimandano ad un corteggiamento anche se, mi dicono, non solo a quello tanto che non è inusuale veder ballare persone dello stesso sesso. Però mi piace.
Il sagrestano è lì, in maglietta che sembra pre-sudata , pantaloncini corti e sandali saltella agitando le braccia che più che un onesto ex infermiere sembra un satiro; ciò che non può non colpirmi è che tutti quei saltelli e quelle giravolte le fa in coppia con una bella ragazza alta quasi il doppio di lui e con lunghi capelli neri e ricci. Hai capito il sagrestano?!? In un attimo di riposo ci vede e si avvicina; vi piace, chiede, sudato ed ansimante. Molto, dico io. Si, dicono più tiepide le femmine di famiglia. Ma si sa , io sono un entusiasta!
Quando si immerge di nuovo nella calca sudante per un nuovo pezzo, col sacchetto delle camice di ricambio in mano, noi approfittiamo per allontanarci.
Si si , l'abbiamo visto il sagrestano, dico al barista la mattina dopo; ballava che sembrava “tarantolato” e poi vedesse con che bella ragazza ! Strano, ribatte a mezza bocca, perché lui preferisce gli uomini.
Ecco questa è l'altra cosa che ho saputo. Non mi interessano più di tanto i gusti sessuali delle persone, non sono per me motivo di discriminazione di alcun genere.
Ammetterete però che un sagrestano che bestemmia, balla la taranta ed è attratto dagli uomini non è cosa di tutti i giorni.

giovedì 2 settembre 2010

Personaggi.


P1010383, inserito originariamente da unodicinque55.

Al mattino, esattamente come avviene a casa, mi svegliavo presto. Mi piace camminare con l'aria ancora fresca e poca gente in giro, si osserva meglio, non si è distratti dalle persone. A Borgagne, frazione del Comune di Melendugno, provincia di Lecce, al mattino presto ci sono solo uomini, pochi, in canottiera , davanti al Bar Sport; in effetti di bar a Borgagne ce ne sono ben cinque, che per duemilacinquecento anime non è poco, però gli uomini sono tutti davanti al Bar Sport. Saluto, perché sono educato e quando, oltre a me, ci sono tre o quattro persone al massimo, mi sembra brutto tirare dritto senza salutare : Buongiorno ! Buongiorno dicono. Ecco, ho rotto il ghiaccio. Mi metto a fare foto alla piazza ed alla Chiesa di S. Antonio, in Piazza S. Antonio, la piazza principale stante che altre non ce ne sono. Uno mi dice: Entri pure, faccia le foto anche dentro. Non so se posso,mi schermisco, magari è vietato. No no, entri pure e poi qui c'è il sagrestano, dice indicando un ometto basso, cicciottello e dalla faccia simpatica che annuisce. Ringrazio ed entro. La chiesa è molto più bella fuori, ma molto molto!! Dentro è normale a parte due statue vicine di santi, credo, che sono vestiti come due moschettieri; quando esco il sagrestano è lì, villeggiate a Borgagne, chiede? Resto di sasso, non sentivo più la parola “villeggiare” da almeno quarant'anni! Si, dico, siamo qui da ieri. Ah, fa, e dove state? Dal Signor C., faccio. Ah Porco Dio (scusate ma è testuale) dice lui, pure la casa si affittano!!! Ecco, questo è stato il primo impatto con gli abitanti di Borgagne, frazione del Comune di Melendugno, provincia di Lecce. A parte questo, che forse è più pittoresco che altro, sono persone cortesissime e cordiali, disponibili come forse solo nel meridione accade; certo dopo qualche giorno tutti mi salutavano e probabilmente chissà quali illazioni avranno fatto vedendo che tutte le mattine giravo con le sporte della spesa, però chissenefrega, dico, un piccolo prezzo bisognerà pur pagarlo per essere accettati da una comunità. Si perché il bello di questa mia “villeggiatura” è stato proprio questo: dopo un paio di giorni mi sentivo già Borgagnese d'adozione e quasi quasi parlavo pure con quella cantilena che mette le frasi come in salita, le “e” strettissime e le “o” larghe. In linea di massima non sono un solitario, mi piacciono le persone, non mi piace la gente; cioè cerco di vedere ognuno come un singolo e non come appartenente ad una massa indistinta.
Nei giorni successivi ho fatto molte altre scoperte, ma di queste parlerò in seguito.

mercoledì 1 settembre 2010

Salentu : lu sole, lu mare, lu jentu.


P1010422, inserito originariamente da unodicinque55.

Non riesco a scriverne.
Delle mie vacanze dico. Non so perché. Sarà che ho cercato di assorbire ogni cosa, ho lasciato che ogni più piccola sensazione mi pervadesse, sono stato quasi passivo per non lasciare nulla. Ho guardato, odorato, toccato, assaporato le pietre, gli alberi, il mare, persino le persone.
E ora mi trovo con tutto questo materiale senza riuscire a dargli una forma.
Penso che sia l'intensità, ecco credo sia questo; perché mi ripeto che non sono stato in vacanza, in ferie ma ho fatto un viaggio ed ho viaggiato in luoghi che non avevo mai visto e sono partito con l'animo pronto ad accogliere tutte le cose che mi sarebbero passate davanti. Ho guidato per tanti chilometri, settecentodieci per l'esattezza, prima di arrivare ed anche quelli hanno fatto parte del viaggio; perché se ti sposti di tanto cambia tutto: il panorama, il clima, l'architettura delle città, le persone e le abitudini, il modo di parlare, il tipo e la dimensione delle piante. Tutto.
Mentre ero lì pensavo alle tre cose che più mi avevano colpito, a quali sensi erano stati maggiormente sollecitati, allora mi dicevo, la vista prima di tutto, l'odorato e poi il gusto. Mi sono ripetuto: parla dei colori , degli odori e dei sapori. 
I colori sono il bianco il blu ed il verde; il bianco della pietra e dell'intonaco delle case basse e squadrate a filo della strada; il blu del mare ma anche delle persiane chiuse, il verde dei cactus e degli ulivi ma anche delle porte serrate a riparare dal sole; i profumi intensi della frutta, profumi dimenticati negli scaffali del supermercato, dell'origano selvatico raccolto a mazzetti e seccato al sole, della terrà cotta dai raggi roventi, della salsedine portata dal vento sempre presente; sapori nuovi ed antichi, sapori veri, sapore di pane, di grano, di orzo, di melanzane, di pomodori, di olio dal gusto intenso.
La bellezza del Salento toglie il fiato; ci vuole un po' per riprendersi e dopo tutto sembra più triste nel confronto con la luce che raggiunge ogni pietra. Le distese di ulivi separate dai bassi muri a secco sembrano non finire mai e stupisce la maestosità delle piante di cactus cariche di fichi dolcissimi.
Voglio parlarne ancora, devo far uscire un po' per volte tutte le parole che mi sono ripetuto in questi giorni; è tutto troppo bello per non condividerlo.
Volevo scegliere un'immagine tra le tante che ho rubato, un'immagine che non fosse una cartolina ma qualcosa di diverso, particolare che non è facile vedere. Così ho scelto questa distesa di lenzuola bianche stese ad asciugare tra gli ulivi, un'immagine dal sapore antico, inusuale che ho preso un giorno tornando dal mare e col caldo soffocante non sono riuscito a non fermarmi lì a portarmi via il ricordo di quelle presenze evanescenti.