La fotografia non è solo una questione di fisica e di chimica ma molto di più.
Se bastasse usare il dito indice per spingere il pulsante di scatto non si capirebbe perché ci sono stati grandissimi fotografi che più che un'immagine sono riusciti a fermare un'emozione.
Tanti anni fa, quando acquistavo anche le riviste fotografiche, vidi su una di esse che alcuni maestri si erano misurati usando la Polaroid; per chi non sa o non ricorda, era quella macchina che faceva tutto da sola ed alcuni secondi dopo lo scatto sputava fuori la foto già bella che pronta. I risultati, per me che andavo in giro sempre con l'esposimetro al collo e due o tre obiettivi dietro, furono sorprendenti. E anche un tantinello frustranti perché mi resi irrimediabilmente conto che ciò che conta non sono le apparecchiature ma l'occhio che guarda nel mirino.
Tutto questo per dire però che quella lezione mi ha fatto capire che bisogna saper guardare e non solo vedere, che la curiosità sta alla base di ogni opera umana, che è indispensabile il desiderio di non fermarsi davanti all'apparenza.
Poi ognuno può scoprire l'emozione quando e dove meno se lo aspetta, per questo non si va a caccia di immagini ma bisogna avere la pazienza e la disponibilità di aspettare che siano loro a richiamare la nostra attenzione.
3 commenti:
Molto bella: spesso attraverso un obbiettivo fotografico passa la nostra anima.
mi hai letto nel pensiero?
Proprio in questi giorni sto provando la mia nuova macchina fotografica (non ne sono pienamente soddisfatta, ma probabilmente per problemi miei, non suoi) e sto rimuginando molto sul concetto che hai espresso....
Sono pienamente d'accordo!!!!
Aggiungerei capacità di entrare nell'emozione: per il soggetto e del soggetto, condivisione, sovrapposizione, compenetrazione.
Credo sia questo il modo di guardare, leggendo dentro a ciò che si fotografa, immedesimandosi, pazienza se è un paesaggio o un frutto: vale comunque.
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