Non amo molto le attività che richiedono programmi a lunga scadenza. Mi piace vedere il risultato dei miei sforzi abbastanza rapidamente.
Quando ero adolescente ho avuto il periodo del modellismo, e lì si doveva verniciare un pezzettino ed aspettare che si asciugasse, incollare il pezzettino ed aspettare che si asciugasse e ricominciare ogni volta con quelle decine e decine di pezzettini che formavano , poi, un tutt'uno. Ho smesso.
Insomma non ho la pazienza di aspettare, mi stufo, nell'attesa mi sono già innamorato di qualcos'altro; lo so è sbagliato, ma non ci posso fare nulla. Mi applico in altre attività, studio sempre, ma quella è una cosa diversa, non lo si fa in vista di un obiettivo prefissato ma per un aggiornamento che, in qualche modo, da frutti subito.
E poi c'è un altro aspetto, che però è venuto fuori negli ultimi anni: non ho voglia di fare progetti che mi portino avanti nel tempo, che mi facciamo dire “tra un anno avrò finito questo, tra due anni sarò arrivato a questo risultato”, il tempo passa già troppo rapidamente di suo per anticiparlo con una scadenza.
Però.
Però, da quando abito qui, proprio di fronte a casa mia, sull'altro versante della collina, c'è una bella casa, disabitata per gran parte dell'anno, che si è andata ricoprendo col tempo di una fitta vite canadese. Grazie a questo mantello cangiante la casa assume i colori tipici della stagione: grigia e spoglia d'inverno, di un verde pallido in primavera che si fa via via più intenso e carico attraverso i mesi estivi, fino a tramutarsi in un manto rosso cupo che piano piano, col ritorno dell'autunno, si spoglia completamente riportando a nudo i muri grigi.
Ecco, da sempre ho avuto il desiderio di fissare questo cambiamento, fotografarlo in tutte le sue fasi per fissarne i momenti; ma, un giorno piove, un giorno è troppo caldo, un giorno sono stanco, insomma ogni scusa è buona per rimandare.
Oggi no; oggi sono uscito, ho percorso, non senza constatare la mancanza di allenamento, la strada bianca che sale verso la casa e l'ho fotografata.
Penso che, in un certo qual senso, mi sia impegnato con me stesso ad inseguire questo progetto.
E scrivendo questo post mi sono impegnato anche con voi.