domenica 3 gennaio 2010

L'ottavo giorno.





Rubo il mestiere al mio amico Il Bibliofilo che svolge egregiamente il suo utilissimo ruolo di segnalatore e recensore di libri e film per parlare brevemente di questo lavoro.
“L'ottavo giorno” racconta la storia dell'incontro di Georges, un ragazzo down fuggito dal suo istituto, per riabbracciare la madre in realtà morta da quattro anni ed Harry, un manager stressato e divorziato con due figlie, che insegna agli imprenditori principianti, ma questo lo impegna troppo per occuparsi abbastanza della propria famiglia e dei propri sentimenti. Entrambi diventeranno fantastici amici e, Georges farà capire il senso della vita ad Harry. L'incontro cambierà le loro vite, ma ad un caro prezzo. La trama in se non sembra particolarmente attraente ma il film è molto bello, con una fotografia notevole e personaggi ben delineati, anche quelli di contorno; il ragazzo down è un interprete spettacolare, molto più bravo del suo partner Harry, a volte un po' rigido. Non vi dico la fine perché se non lo avete visto vale certamente la pena guardarlo, mentre se lo avete visto la conoscete già.
Due sole considerazioni: la prima è che la disabilità è un mondo a parte, di persone spesso strane e fuori dai canoni comuni, ma pur sempre persone e forse basterebbe un po' più di attenzione per rendere migliore la loro vita e, alla fin fine, anche la nostra; la seconda è che spesso, ma non del tutto in questa pellicola, si cade nell'errore di edulcorare situazioni di disagio difficili e dolorose per chi le vive su di se e, ancor più, su chi le subisce. La disabilità è sempre e comunque un grave problema per la famiglia, fonte di ansie e preoccupazioni per i genitori ed i fratelli quando ci sono; provoca spesso disagio e imbarazzo nella società, ed una forma strisciate di “ostracismo”.
Anche perché, purtroppo, non tutti i disabili sono come il Georges del film.

1 commento:

ilbibliofilo ha detto...

grazie della citazione
e auguri di buon proseguimento!