mercoledì 1 settembre 2010

Salentu : lu sole, lu mare, lu jentu.


P1010422, inserito originariamente da unodicinque55.

Non riesco a scriverne.
Delle mie vacanze dico. Non so perché. Sarà che ho cercato di assorbire ogni cosa, ho lasciato che ogni più piccola sensazione mi pervadesse, sono stato quasi passivo per non lasciare nulla. Ho guardato, odorato, toccato, assaporato le pietre, gli alberi, il mare, persino le persone.
E ora mi trovo con tutto questo materiale senza riuscire a dargli una forma.
Penso che sia l'intensità, ecco credo sia questo; perché mi ripeto che non sono stato in vacanza, in ferie ma ho fatto un viaggio ed ho viaggiato in luoghi che non avevo mai visto e sono partito con l'animo pronto ad accogliere tutte le cose che mi sarebbero passate davanti. Ho guidato per tanti chilometri, settecentodieci per l'esattezza, prima di arrivare ed anche quelli hanno fatto parte del viaggio; perché se ti sposti di tanto cambia tutto: il panorama, il clima, l'architettura delle città, le persone e le abitudini, il modo di parlare, il tipo e la dimensione delle piante. Tutto.
Mentre ero lì pensavo alle tre cose che più mi avevano colpito, a quali sensi erano stati maggiormente sollecitati, allora mi dicevo, la vista prima di tutto, l'odorato e poi il gusto. Mi sono ripetuto: parla dei colori , degli odori e dei sapori. 
I colori sono il bianco il blu ed il verde; il bianco della pietra e dell'intonaco delle case basse e squadrate a filo della strada; il blu del mare ma anche delle persiane chiuse, il verde dei cactus e degli ulivi ma anche delle porte serrate a riparare dal sole; i profumi intensi della frutta, profumi dimenticati negli scaffali del supermercato, dell'origano selvatico raccolto a mazzetti e seccato al sole, della terrà cotta dai raggi roventi, della salsedine portata dal vento sempre presente; sapori nuovi ed antichi, sapori veri, sapore di pane, di grano, di orzo, di melanzane, di pomodori, di olio dal gusto intenso.
La bellezza del Salento toglie il fiato; ci vuole un po' per riprendersi e dopo tutto sembra più triste nel confronto con la luce che raggiunge ogni pietra. Le distese di ulivi separate dai bassi muri a secco sembrano non finire mai e stupisce la maestosità delle piante di cactus cariche di fichi dolcissimi.
Voglio parlarne ancora, devo far uscire un po' per volte tutte le parole che mi sono ripetuto in questi giorni; è tutto troppo bello per non condividerlo.
Volevo scegliere un'immagine tra le tante che ho rubato, un'immagine che non fosse una cartolina ma qualcosa di diverso, particolare che non è facile vedere. Così ho scelto questa distesa di lenzuola bianche stese ad asciugare tra gli ulivi, un'immagine dal sapore antico, inusuale che ho preso un giorno tornando dal mare e col caldo soffocante non sono riuscito a non fermarmi lì a portarmi via il ricordo di quelle presenze evanescenti.

5 commenti:

Susanna ha detto...

Bellissima foto e giusta per evocare le belle ferie che hai descritto.
Mi immergo nella foto e nelle tue parole per godere delle tue ferie, non avendone fatte di mie.
Ciao e a rileggerti presto.
Susanna

rosso vermiglio ha detto...

Mi piace il Salento. Ho degli amici che hanno casa da quelle parti e ogni tanto vado a trovarli.
Sono sicura che qualcosa da raccontare lo troverai di sicuro

silvia ha detto...

Questa foto è talmente riposante e bella e piena di pensieri che vorrei averla fatta io, che non fotografo mai.
A colpirmi non è solo l'abbinamento dei colori perfettamente amalgamati, ma anche l'accostamento tra l'immediata e transitoria vita vissuta e l'imperturbabile e antica compostezza della natura.
Quei panni hanno una tale intensità nel colore abbagliante da sembrarmi fantasmi che stanno prendendo vita.
Li vedo staccarsi dai fili che li imprigionano appena scende la notte, per andarsene a spasso nell'uliveto.

Artemisia ha detto...

Ah, il Salento! Che bellezza! Ho dei ricordi molto belli in quella terra dove abbiamo messo in cantiere il nostro primo figlio. :-)

TeZ ha detto...

"Gli ulivi e i loro fantasmi": potrebbe essere un titolo adatto per questa bellissima foto, che sembra pescare indietro nel tempo.