giovedì 6 maggio 2010

Il tempo delle mele.


Lo dico prima : questo post sarà abbastanza sconclusionato.
Non è sempre facile tenere insieme le idee, specie quando spaziano in ambiti lontani e diversi; si, già lo so, qualcuno lo chiama alzheimer , ma io voglio pensare che sia un modo per lasciare che la mente divaghi, senza costringere i pensieri dentro recinti ristretti.
Tutto nasce dal fatto che nel palazzo dov'è il mio ufficio abitava una signora molto anziana, morta pochi giorni orsono; questa signora aveva una badante di un paese dell'est, questa badante aveva un fidanzatino italiano. Niente di strano, nemmeno il fatto che lei abbia una sessantina d'anni e lui, forse, una decina in più; niente di strano nemmeno nel fatto che lui, al giovedì ed alla domenica, l'aspettasse sotto il portone tutto tirato a lucido e visibilmente emozionato, che lei scendesse le scale lasciandosi dietro un buon profumo di pulito, truccata e vestita come in un giorno di festa che forse un giorno di festa è davvero.
Ecco questa cosa mi ha colpito molto; mi ha colpito l'idea che l'età conti fino ad un certo punto e che sia molto più importante la disposizione d'animo e la capacità di abbandonarsi ai sentimenti con un atteggiamento interiore da adolescente. Le prime volte che li incrociavo, lo confesso, mi sembravano un po' buffi, forse perché nel mio immaginario mi vedo , anzi devo dire mi vedevo, lontano da loro; poi quel darsi la mano con naturale leggerezza, quel passeggiare quasi oziosamente avanti e indietro per la stessa strada, quel parlottare continuo probabilente in una lingua a metà tra l'italiano e chissà cosa, me li ha fatti diventare simpatici, me li ha fatti guardare con tenerezza.
Ecco perché “Il tempo delle mele”, perché forse il tempo delle mele non è un luogo anagrafico ma sentimentale dove tutto è possibile e dove le esperienze vissute, le vite precedenti non precludono l'intensità dell'amore ma semmai donano la capacità di assaporare frutti completamente maturi, discernere con maggior chiarezza le emozioni che non per questo risultano meno intense.
Si ma perché “Il tempo delle mele”? E non, per dire , il tempo delle pere o delle banane? Perché “la mezza mela” e non, per dire, “il mezzo kiwi” o “il mezzo cocomero” (vabbè in questo caso sarebbe forse offensivo per l'una o l'altra metà, è vero). Insomma perché si usa la mela per parlare d'amore? Forse in qualche modo si torna alla famosa mela di Eva? E perché è una mela al giorno che toglie il medico di torno? Questa cosa mi incuriosisce davvero e se qualcuno tra i miei colti lettori volesse darmi un'opinione , gliene sarei grato.
Di certo, guardando con affetto i miei due attempati fidanzatini, mi viene da dire che una mela al giorno potrebbe tenere sempre vivo “il tempo delle mele”.
E magari levare di torno il medico che vede il cuore solo come un muscolo involontario.

3 commenti:

Crazy time ha detto...

il tempo delle mele per via di Eva, credo sia cosi'.

la mela e il medico......perche' la frutta fa bene :)


l'amore non ha eta'. Per usare un altro modo di dire. E per fortuna!

Miriam ha detto...

Ho motivo di pensare che i due "fidanzati" sono dei perfetti collezionisti di momenti di felicità!

ilbibliofilo ha detto...

anzitutto tanti auguri ai due "fidanzatini"...
quanto alla mela-simbolo-di-passione pare che risalga alla fantasia dei Greci (vèdasi la voce su Wikipedia); però non è sicuro, diciamo che non ci scommetterei