Pensavate me ne fossi dimenticato vero?
E invece no, zitto zitto ho continuato a fotografare la casa con l'edera; non molte immagini ancora, ma già sufficienti per cogliere il prodigioso cambiameto che l'incalzare della bella stagione provoca sulle mura di questo edificio, placidamente solitario tra ulivi, querce, lecci ed una bella macchia odorosa. Sulla strada, se strada si può chiamare, che porta lì tracce di animali , ungulati certamente, cespugli e fiori, erbe profumate ed ancora le immancabili tracce di quegli amanti della natura che girano armati di fucili lasciando i loro segni sui prati e in mezzo ai rovi, segni che resteranno lì per anni ed anni.
Oggi pomeriggio pioveva quasi quando sono uscito con l'immancabile coda adolescente la quale, per giunta, non ha fatto altro che lamentarsi; io speravo in un momento di beata solitudine, una breve camminata immerso nei miei pensieri , pensieri da domenica pomeriggio, già gonfi di impegni e progetti per il lunedì. E invece no; onestamente potevo dire di no, decidere di non prendere la macchina e farmi tutto il tragitto a piedi, ma non me la sono sentita pensando che presto, molto presto, sarò forse io a chiederle di stare un po' con me. Ecco.
Ad ogni modo, questo è il risulato e se avete voglia di andarvi a guardare la prima foto noterete che l'edera ha già fatto un gran lavoro sull'intonaco.
Conto di proseguire fino a che le mura non saranno di nuovo spoglie anche se, già ve lo dico, tutta la parte in cui il verde si trasformerà in giallo e quindi in rosso per poi lasciare il posto a tutta quella ramificazione apparentemente secca, sarà la parte per me più dolorosa, rappresentazione di un tempo che si ripete ogni volta, ma che ogni volta si porta via qualcosa.
1 commento:
C'e' bisogno di momenti di solitudine con i proprio pensieri. Ma ti capisco. Anche quando il mio rocker del '96 mi chiede di cantare Battisti o i Beatles mentro lui suona e io avrei centomila altri progetti, come si fa a dirgli di no?
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