giovedì 4 febbraio 2010

Se avessi saputo parlare di più.


Quante cose non ho potuto dire a mio padre,e quante lui non ne ha potute dire a me.
Ripensandoci non abbiamo avuto confidenza, abbiamo saltato tutto quel periodo nel quale tra padre e figlio si può creare una complicità che aiuta la comunicazione. Presto sono andato via di casa, non ho fatto in tempo a dargli quelle soddisfazioni che lui avrebbe desiderato e dopo la mia vita è stata tutto un cambiamento, a volte radicale, e solo quando il tempo rimasto era ormai poco, abbiamo cercato di avvicinarci senza sapere ormai come parlare, affidandoci a gesti.
Poi mi è mancato, ma mi mancava la sua presenza fisica e non quelle parole che riescono a non diventare consigli; mi è mancato potermi confidare perché penso che avrei potuto farlo con lui, sebbene sembrasse distaccato, un po' lontano, una figura sfumata, lui stesso forse schiacciato dalla forte presenza di mia madre e mia nonna.
E ora? Ecco perché penso sempre che non bisogna sprecare il tempo e lesinare l'amore; ecco perché cerco, con alterne fortune, di ascoltare i miei figli, perché non rimpiangano mai di non aver potuto parlare. Non è facile certo, ma per quanto oggi vorrei parlare con mio padre, provo ad evitare che i miei figli soffrano la stessa mancanza.
Noi abbiamo un modo alquanto singolare di comunicare ma lo facciamo; e a volte penso che sia meglio qualche lite piuttosto che un distaccato e doloroso silenzio.

12 commenti:

Artemisia ha detto...

Hai ragione. Quanto sarebbe meglio lasciar perdere tante sciocchezze quotidiane che ci fanno correre di qua e di la' e fermarsi a parlare con chi si ama.
Devo dire pero' che i miei sono un po' orsi (come il loro padre) e spesso mi mandano a quel paese. Spero che cambino.

Mi mancano le tue comunicazioni via blog con Belphagor. Che fa?

Giangiacomo ha detto...

Io non credo che si possa trattare di mancanza di confidenza, ma credo solo di mancanza di voglia e tempo.
La differenza potrebbe sembrare sottile, ma è secondo me fondamentale per darsi delle spiegazioni altrimenti impossibili, oltre che dolorose.
So infatti che, quando avrei potuto, non ho avuto voglia di approcciare e neppure voglia di dedicare il mio "preziosissimo" tempo a mio padre.
Come ha giustamente detto anche Artemisia, finchè c'è stato lui, la mia gioventù era un correre continuo. E ripensandoci adesso (anche se serve a poco), non è che avessi chissà cosa fare...
Purtroppo anche mio padre non c'è più (ormai dal '74, cioè oltre una vita fa). Eravamo giovani entrambi, in fondo.
Ma io ero sicuramente più "orso" di lui.
Ed è questo uno dei motivi che (ne abbiamo già parlato) mi ha fatto diventare molto "mammo" e totalmente dedito ai miei figli! Anche se pure noi abbiamo un modo talvolta singolare di comunicare...
^^^^
Comunque, penso che in casa tua ci sia una particolare bravura e maestria nel cogliere l'attimo fotografico!
Le foto che pubblichi riescono sempre a comunicare emotivamente qualcosa.
Davvero.

Miriam ha detto...

La figura paterna è fondamentale nella crescita di un figlio, ora che sono adulta(...)oserei dire che lo è in ugual misura, anche per il padre essere tale per un figlio...é una realtà che si capisce molto in là nel tempo, quando purtroppo spesso è troppo tardi.
Questo rapporto padre/figlio assume una valenza "diversa" se il figlio è come nel mio caso, una figlia.
Ancora m'interrogo sul rapporto con mio padre, sul suo modo di esserlo stato con me, ora che non c'è più da circa vent'anni!
Ho passato una vita a tentare di capire e sono purtroppo molte quelle che non sono riuscita a capire, ma non ho rimpianti se non quello di non aver avuto l'occasione per dirgli le parole che ci avrebbe avvicinati entrambi.
Era una generazione, la sua, molto distante dalla mia, ci separavano 30 di vita e una galassia di esperienze ed emozioni. Eppure solo ora mi rendo conto quanto eravamo simili...e quanto sangue del suo sangue scorre nelle mie vene!
Scusa...ho parlato solo di me, grazie per avermi dato l'occasione!
Ciao!

francesca ha detto...

non sai quanto ti capisco...mai lesinare l'amore...il tempo fugge

giorgio ha detto...

Bravo! Concordo. Noi siamo una generazione che ha avuto padri quasi sempre troppo ruvidi o troppo assenti o incapaci di esprimere i sentimenti.
Naturale che cerchiamo di essere diversi coi nostri figli, come i nostri genitori cercavano di farci avere il benessere e i soldi che loro non avevano avuto.
Mi chiedo cosa noi sbagliamo coi nostri figli, perchè sempre si sbaglia qualcosa.
Comunque. come tutti quelli che ci hanno preceduto, anche noi cerchiamo di mettercela tutta per fare il meglio, consapevoli che la perfezione non esiste, almeno qui su questa Terra...
Giorgio

Anonimo ha detto...

Il rimpianto delle cose non dette e non fatte è uno dei mie più temibili fantasmi. Anche se penso che non sia importante quanto si parli ad una persona, ma quello che gli si dice. La qualità, non la quantità.

lavinia ha detto...

E' così. Dare amore sempre.

francy ha detto...

grazie!!
per quello che mi hai fatto pensare e trasmesso con le tue parole

cristiana ha detto...

Hai ragione,meglio una discussione sanguigna piuttosto che il silenzio ed è bene non accantonare mai o rimandare una spiegazione:rompere rompere rompere (le scatole).
Cristiana

Emilia ha detto...

Non bisognerebbe mai lasciare che il tempo passi senza averne dedicato molto a chi più amiamo. A volte invece corriamo, corriamo e non sappiamo neanche perchè e dove. Un caro saluto

Anonimo ha detto...

Sono sicura che sei un ottimo padre. Io ho avuto un rapporto difficile, per molti versi, con il mio. Non che sia stato un cattivo padre, ma certo non un padre incline al dialogo. Alla fine si diventa adulti ugualmente, ma se lo si puo' fare sentendo che dall'altra parte c'é qualcuno che ti capisce, o almeno ci prova, e' molto meglio.

Angelina66

Anonimo ha detto...

Sai che ho dovuto impostare la stampa per leggere i tuoi post? Dev'essere davvero un problema che riguarda il Mac. Questo tuo post mi ha colpito molto: io il rapporto con mio padre l'ho recuperato da poco (ho fatto in tempo perché lui è molto vecchio) ed è una cosa dolcissima. Ho capito anche che la responsabilità è molto delle madri che tendono ad avere con i figli rapporti esclusivi (la mia almeno, sicuramente). Per questo motivo mi sono tirata indietro nel rapporto di mio figlio col padre, ed è stato un bene perché fino a che vivevamo tutti insieme il loro rapporto era molto conflittuale, mentre ora stanno piano piano costruendo qualcosa.
biba