martedì 7 dicembre 2010

8 dicembre 1980.



Ci sono avvenimenti che segnano un confine per ognuno di noi, accadimenti che si ricordano come la fine di qualcosa e l'inizio di un nuovo percorso. Mi capita, per certi fatti intrecciati a doppio filo con la mia stessa vita, di ricordare esattamente il contesto, dov'ero, cosa ho sentito, cosa ho pensato.
Nell'ottanta avevo 28 anni e quando venni a sapere che John Lennon era morto, assassinato da un mitomane, fu come se d'improvviso si chiudesse un'epoca, come se la mia giovinezza finisse in un attimo e tutto il mondo mi si presentasse di fronte diverso, con le sue assurdità, le ingiustizie irreparabili, le privazioni.
In fondo, se vogliamo, uccidere qualcuno come Lennon è un segno di potenza: un omuncolo insignificante e paranoico con un semplice gesto poteva mettere fine all'esistenza di un genio creativo come pochi dopo di lui. E proiettarsi nella storia insieme alla persona che ha privato della vita.
E' spaventoso se ci pensate, una nullità ed un genio uniti per sempre.
Io non posso perdonarlo : insieme alla vita di Lennon ha messo fine ad una giovinezza che avrebbe dovuto percorre una strada diversa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche io ho provato le stesse cose... e ancora non mi capacito del fatto che sia accaduto.
biba

Graziana ha detto...

Potrei sottoscrivere pienamente tutto il tuo post ... Anch' io avevo 28 anni all' epoca, compiuti alcuni giorni prima ... La notizia mi raggiunse con il notiziario di radio2 alle 6.30. Ricordo che nevicava; mio marito e il bambino dormivano ancora,e, mentre mi beavo di quello spettacolo insolito per la mia città, fui letteralmente fulminata dall' assurda notizia, paralizzata quasi da un dolore fisico, personalmente e ingiustamente privata(e con me tutta la mia generazione e il mondo intero) da una genialità creativa; chissà quante emozioni e quanta condivisione ci avrebbe regalato ...
Saluti
Graziana

Saluti
Graziana

Jonuzza ha detto...

quando un genio muore giovane è un tassello in più per la leggenda