mercoledì 21 aprile 2010

Considerazioni in un giorno normale apparentemente diverso e diverso ma apparentemente normale.


Ci sono giorni di bilanci. Io che mi occupo di finanza so che si fanno alla fine dell'esercizio; ma il buon amministratore ha sempre sott'occhio la situazione, può dire in ogni momento se sta andando nella direzione programmata o meno.
Ma programmare se da un lato significa poter mettere in campo le forze necessarie a raggiungere l'obiettivo, dall'altra vuol dire rinunciare all'improvvisazione, al guizzo, al colpo di genio, al gesto impulsivo.
Nella vita ho cambiato molte volte, l'ho detto poco tempo fa e non lo rinnego; ad un tratto, per un motivo o per l'altro, ho sentito l'esigenza di cambiare orizzonte, di scompigliare le carte, stravolgere regole. Città, amicizie, lavoro tutte le cose che nella vita danno punti di riferimento, senza rimpianti, senza ripensamenti, con la carica che sa darmi una nuova sfida.
Mi sono chiesto in questi giorni se potessi vantarmi delle scelte fatte, se cambiare significa davvero buttarsi alle spalle tutto quello che ci circonda e ricominciare da un'altra parte; mi sono chiesto se non sia un po' gattopardesco lasciare che cambi ciò che sta attorno pensando che automaticamente cambi anche ciò che sta dentro. Anzi, dirò di più, se cambiare tutto fuori non sia, in fondo, un modo per non cambiare nulla dentro.
Conosco persone che in tanti anni non hanno mai spostato una virgola della casa , del lavoro e di tutto ciò che pensiamo sia determinante nella vita e nello stesso tempo sono state capaci di diventare “altro” dentro. Cambiare abitudini, modi di vedere, interessi e, soprattutto, la rappresentazione di se stessi.
Ci vuole più forza nel rivoluzionare il mondo dentro di noi che quello fuori di noi.

4 commenti:

Crazy time ha detto...

bo, a me pare che le persone abitudinarie siano abitudinarie dentro e fuori. E mi pare anche che sei cambi fuori e' perche' qualcosa dentro e' cambiato.

Paleomichi ha detto...

Non avevo mai pensato a questo aspetto, ma, riflettendoci, dal mio punto di vista è corretto. A volte se si è insoddisfatti e non ci si trova più bene in un determinato ambiente è più facile cambiare ambiente che adattarsi.

Poi dipende molto dalle persone. Da tre anni ogni sei mesi inizio una nuova avventura in un nuovo paese e un po' mi pesa (non eccessivamente, comunque)

Artemisia ha detto...

Di persone cosi' non mi vengono in mente esempi tra quelle che conosco.
Essere abitudinari di solito tradisce la paura per il cambiamento ma anche cambiare spesso e volentieri puo' significare fuggire dai problemi. Forse ci vorrebbe il giusto mezzo, cioe' se una voglia di cambiamento ti viene dal profondo e risponde ad esigenze vere e' bene seguirla altrimenti no. Ma non e' affatto banale capirlo.

Miriam ha detto...

Era il 21 Aprile?
Bè, comunque questo post è niente male per fare riflessioni di questo calibro e spessore...
Personalmente credo che l'unico mondo che possiamo cambiare o almeno che possiamo tentare di modificare è quello che c'è dentro di noi.
Auguri a chi trova la forza e l'entusiasmo per rendere la propria vita ogni volta nuova e ricca di significato perchè sa riscoprire dentro se stesso l'emozione e lo stupore di un bambino!
Auguri a te, naturalmente in ritardo!
Ciao!