In questo momento della storia repubblicana Fini è diventato il beniamino degli antiberlusconiani; non si potrebbe non guardarlo con simpatia, considerando che probabilmente (a parte i giudici comunisti) è la persona che più ha fatto soffrire il nostro caiNano negli ultimi anni. Forse persino più della signora Veronica.
Ma, come si suol dire, io voglio ricordarlo così, come l'uomo che è stato Vicepresidente del Consiglio per cinque anni, che non ha battuto ciglio sulle leggi più schifose dopo quelle razziali, emanate, guarda te il caso, proprio da quell'uomo della Provvidenza cui il nostro si è ispirato per anni; come l'uomo che ha taciuto di fronte agli attacchi sconsiderati che il suo ex sodale ha portato avanti negli ultimi sedici anni contro i magistrati, tutti nel loro insieme; l'uomo che , debuttando da vice, assistette impassibili alla carneficina di Genova.
Voglio ricordarlo così proprio oggi che potrebbe essere, ironia della sorte, colui che segna la fine del berlusconismo almeno nella sua fase conclamata.
Ma poiché sono fondamentalmente un buono e penso che ognuno si possa redimere sempre dandogliene l'occasione, ben venga il Fini legalitario e moralizzatore (come direbbe Lotito) purché questa sua nuova missione sia davvero sospinta dalla legittima aspirazione ad essere il leader di una destra europea, repubblicana, democratica.
Due paroline sulla casa di Montecarlo.
La prima è che, rispondendo alle farneticazioni di (scusate la parola) Gasparri, un conto è un bene privato come può essere l'immobile di un partito altro sono i soldi dei contribuenti utilizzati, se pur in modo indiretto, per pagare case a ministri; la seconda è più che una parola una curiosità : ma il Giornale ce l'aveva già il dossier su Fini? Io penso di si, perché il tempismo con cui la cosa è stata tirata fuori è troppo preciso per pensare ad una casualità. Allora mi chiedo : ma prima del “tradimento” del reprobo Gianfranco non era disdicevole aver venduto un bene del partito ad una società off-shore di un congiunto, sebbene acquisito? Oppure non conta tanto l'atto in se quanto la fedeltà al Capo e dunque l'onestà dei comportamenti non è un valore assoluto ma relativo? E ancora : quanti dossier, più o meno veri, saranno in possesso del caiNano? E questo non potrebbe essere un altro avvertimento verso un dissenso che sembra sotterraneo ma che stenta a venire alla luce, forse perché sono in molti ad avere scheletri più o meno grandi, nell'armadio? E da ultimo una domanda che mi toglie il sonno: il Giornale può essere considerato un giornale?
5 commenti:
Condivido l'analisi su Fini, assolutamente. I dossier del cainano devono essere parecchi, purtroppo, e lui li tirera'fuori con tempismo mafioso, quando gli serviranno. Il giornale io lo considererei la carta igienica del pleistocene: materia ... organica fossilizzata su carta, uguale a se stessa, nei secoli dei secoli...
Ma no!
Si tratta solo di un Herrore di ortograFIA...
In Werità è scritto giORINALE...
A ognuno il suo come da copione, io penso; mi sembra che, se li metti uno sull’altro, è la stessa marca di sottilette.
Non ho nessuna fiducia in Fini.
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