La morte di mia madre, avvenuta ormai da oltre un anno, ha interrotto quel filo di ricordi che mi legava a lei, ai miei nonni ed ai loro genitori; non c'è più, per motivi inevitabili, quella memoria che lei aveva ereditato e che in parte ho ereditato.
Ma molte cose della mia famiglia e di come ha attraversato, tra mille peripezie, il secolo scorso e parte di quello precedente, sono andate perdute. Mia madre era nata nel 1928, in piena era fascista, ed aveva vissuto da adolescente la guerra; tante volte ci aveva parlato di quegli anni e di come lei li ricordava, i fatti e le persone che avevano lasciato, nel bene o nel male, un segno indelebile nei suoi ricordi di fanciulla. Ancora adesso, se solo mi concentro, mi sembra di sentire il racconto del suo 8 settembre, di dove stava e di come era tornata a Roma attraverso mille peripezie. Forse nel tempo quel racconto si era arricchito di particolari che in qualche modo la sua mente aveva sovrapposto a quelli realmente vissuti, ma quel viaggio verso la capitale era stato comunque un passaggio dalla adolescenza alla vita adulta.
Ora che non c'è più ripenso mille volte con nostalgia alle sue parole che a volte, come capita, ascoltavo quasi distrattamente avendole sentite altre mille volte;eppure vorrei tornare indietro e chiedere ancora più notizie e informazioni, scavare più a fondo nei sentimenti di una giovinetta esposta così drammaticamente ad avvenimenti che collettivamente si fanno storia ma che sono la somma di mille piccole vite, cui gli eventi tolsero più di qualcosa.
Questo pensiero mi è tornato in mente con prepotenza cercando di ordinare tutte quelle carte, fotografie e lettere, che avevo affastellato subito dopo la sua morte non avendo ancora la forza sufficiente per esaminarle senza farmi travolgere dalla commozione; ora tante fotografie e tante lettere aspettano una spiegazione, un' indicazione che resterà purtroppo senza risposta.