sabato 31 luglio 2010

Putrefazione.


Lo spettacolo offerto dallo stato maggiore del sedicente Partito delle Libertà in occasione del compleanno del Ministro Rotondi, ministro per l'attuazione del programma e quindi di fatto un disoccupato, è stato forse una delle migliori rappresentazioni di una classe politica da tardo impero più che da terzo millennio. C'erano più iscritti nel registro degli indagati che al partito stesso, c'erano Ministri donne quindi rappresentanti delle istituzioni, con le tette di fuori (e non in senso metaforico) , c'era il Fido Scodinzolini e compagnia cantante.
Che dire, uno spettacolo disgustoso, proprio in un momento in cui il sedicente Partito delle Libertà autocertificava la sua sempre tardiva fine. Spettacolo dentro la politica e politica dentro lo spettacolo; un frame, come direbbe l'amica Jonuzza, che ferma nella melma più che nel marmo, la rappresentazione di una sedicente classe politica che fa della politica un luogo di mercimonio.
Sono preoccupato, sinceramente e profondamente, ma non tanto per me che ho avuto il privilegio di conoscere giorni nei quali la politica voleva dire Moro, Berlinguer, Pertini, Spadolini , ma per chi è nato negli anni '90 e che , nonostante la nostra pervicace volontà di non dimentica e far dimenticare, ha assistito solo a questo squallore e pensa, forse a ragione , che la politica oramai sia solo questo. Nani, ballerine e malfattori.

Separati alla nascita.

giovedì 29 luglio 2010

Il grande sogno.....e il pessimo risveglio.




Un film dalla doppia lettura che è anche la chiave del momento storico che rappresenta : privato e politico. Con le due sfere che si intrecciano continuamente smantellando luoghi comuni abitudini e costumi; la storia nella storia è semplice ed anche , se vogliamo, leggermente scontata, non la racconto per chi non ha visto il film e anche per chi l'ha visto.
Posso dire che è un film che mi ha emozionato nel senso che mi ha riportato indietro, molto indietro, negli anni facendomi rivivere quelle sensazioni confuse e prepotenti che dominavano la nostra adolescenza. Quelli che nel '68 e negli anni immediatamente successivi si affacciavano all'adolescenza possono capire bene quello che dico. La pellicola rievoca proprio le atmosfere fumose, in ogni senso, che dominavano quelle serrate ed interminabili assemblee nelle quali sembrava che stessimo sul punto di cambiare il mondo. Qualunque cosa si dica ora a distanza di decenni, decenni nei quali sembra essere tornato tutto com'era prima, penso sia difficile capire quello che è veramente accaduto se non se ne è stati protagonisti e testimoni; il '68 , inteso come movimento di studenti, operai, contadini ed intellettuali ha significato la frattura irreversibile con tutto ciò che c'era prima. I giovani in particolare si trasformarono, da spettatori silenti di una società che non li considerava come soggetti ma solo come entità in attesa di entrare nel mondo adulto, in soggetti di cambiamento ; confuso e vago come tutte le rivoluzioni nel loro stato nascente ma certamente con una carica propulsiva fertile e vivificatrice. Forse proprio quella mancanza di un progetto concreto, quel massimalismo che ha sempre caratterizzato la fase infantile delle lotte civili, furono il limite del movimento che ben presto si disperse nei mille rivoli ideologicamente contrapposti che , in alcuni casi, sfociarono nella scelta drammatica della violenza.
Alla luce di ciò che vedo oggi mi viene spesso da dire che forse la resa dei conti con la società come era fino a quel momento avremmo dovuto condurla fino in fondo.
Ma certamente la mia vita e quella di molti altri sarebbe stata un'altra.

martedì 27 luglio 2010

Pipisgatto


Pipisgatto, inserito originariamente da unodicinque55.

Chicco cresce, si è impadronito della casa, si arrampica lì dove sembrerebbe impossibile per le sue dimensioni, sembra essere sordo tranne quando gli verso i croccantini nella ciotola, allora riappare magicamente dai suoi nascondigli. Ama infilarsi nella busta nella quale raccogliano le buste di plastica, in una specie di alzata piena di fiori profumati, sul rotolone di carta in cucina. Insomma è strano come tutti i gatti ma con qualcosa di diverso da tutti gli altri. E poi ogni tanto viene colto da un insopprimibile desiderio di "tittare" qualcosa che sia il lobo dell'orecchio o un dito non importa , si mette lì e succhia e con i suoi unghielli si produce in un fastidiosissimo movimento caratteristico.
Chicco non fa danni (per ora) fa i suoi bisogni esattamente dove deve e mangia come un ossesso.

Biancaneve e ......

domenica 25 luglio 2010

Quello che gli altri guardano senza vedere


Stretti stretti ., inserito originariamente da unodicinque55.



La fotografia non è solo una questione di fisica e di chimica ma molto di più.
Se bastasse usare il dito indice per spingere il pulsante di scatto non si capirebbe perché ci sono stati grandissimi fotografi che più che un'immagine sono riusciti a fermare un'emozione.
Tanti anni fa, quando acquistavo anche le riviste fotografiche, vidi su una di esse che alcuni maestri si erano misurati usando la Polaroid; per chi non sa o non ricorda, era quella macchina che faceva tutto da sola ed alcuni secondi dopo lo scatto sputava fuori la foto già bella che pronta. I risultati, per me che andavo in giro sempre con l'esposimetro al collo e due o tre obiettivi dietro, furono sorprendenti. E anche un tantinello frustranti perché mi resi irrimediabilmente conto che ciò che conta non sono le apparecchiature ma l'occhio che guarda nel mirino.
Tutto questo per dire però che quella lezione mi ha fatto capire che bisogna saper guardare e non solo vedere, che la curiosità sta alla base di ogni opera umana, che è indispensabile il desiderio di non fermarsi davanti all'apparenza.
Poi ognuno può scoprire l'emozione quando e dove meno se lo aspetta, per questo non si va a caccia di immagini ma bisogna avere la pazienza e la disponibilità di aspettare che siano loro a richiamare la nostra attenzione.

lunedì 19 luglio 2010

Scusi Signor Vigile,


volevo farle notare la situazione di questo giardinetto!! Tutti i cestini sono pieni ed i rifiuti
sparsi tutto attorno, ci sono bottiglie rotte e vetri pericolosi per i bambini!!

Ha ragione Signore, ma vede io sono da solo in tutta questa zona e mi è stato assegnato un compito diverso .

Capisco, Signor Vigile; non dico che debba pulire Lei, ma almeno segnalare la cosa ai Signori Operatori Ecologici!

Ha ragione Signore, ma vede Lei mi ha segnalato i rifiuti nel giardino, la Signora da quella parte mi ha segnalato la macchina parcheggiata sulle strisce.....se io DOVREI dare retta a tutti non potrei svolgere.....

Parafrasando Primo Levi direi “ Se questo è un vigile”........

domenica 18 luglio 2010

L'estate si può !


Mi piace l'estate perché posso fare il bidet con l'acqua fredda.
Perché d'estate l'acqua fredda non è fredda come d'inverno e diventa piacevole usarla a temperatura ambiente, piacevole e rinfrescante.
Mi piace l'estate perché si indossano pochi capi d'abbigliamento; facendo due conti direi massimo quattro: fantasmini (o calzini quando devo vestirmi meglio), pantaloni, maglietta o camicia. Ci metti un attimo, non perdi tempo.
E poi elimino le mutande; non che giri nudo ovvio, anche perché sarebbe uno spettacolo disgustoso. No, magari metto dei pantalincini o anche qualcosa di lungo ma leggero e sotto, se posso, nulla; è piacevolissimo non sentirsi costretti, lo trovo molto liberatorio.
Mi piace l'estate perché il giorno dura tantissimo e quando viene la sera l'accogli con piacere, sei quasi stanco di tutta quella luce e aspetti il tramonto con animo lieve. D'inverno la sera arriva subito e sembra che il giorno sia già finito, d'estate i giorni sembrano non finire mai.
L'estate sembra che la vita duri di più, che ci sia più tempo per le cose, che quello incompiuto oggi possa essere completato domani. L'inverno è come l'assenza d'amore, ogni cosa è grigia e fredda.

Che danno stasera?


Che danno stasera?, inserito originariamente da unodicinque55.
Niente, lo sai com'è d'estate? Pensano che tutti se ne vadano in vacanza e invece a noi ci tocca svolazzare qui attorno!!!

sabato 17 luglio 2010

Uhmmmmm.....


Chissà cosa mi passa per la testa? Si perché anche stanotte ho fatto il badante e stavolta conoscevo la persona : il Sig. Sabatini. O meglio conoscevo il nome, perché le sembianze non erano le sue ma di un altro. Il Sig. Sabatini del sogno era piuttosto malandato, aveva bisogno di essere sostenuto mentre camminava ed io mi prestavo di buon grado a questa attività; venivamo in un cantiere dove c'erano delle scale mobili, e questo è probabilmente la conseguenza dell'inaugurazione della nuova mobilità alternativa della mia città, evento cui ho partecipato restando piacevolmente stupito delle opere realizzate. Il Sig. Sabatini mi parlava delle sue nipoti ed io annuivo poiché anche nella realtà effettivamente le conosco essendo state rispettivamente amiche dei miei figli; nel sogno c'era una donna anziana di cui però non ricordo il ruolo.
Ora mi chiedo : perché sto sognando ciò? Forse sono io il “badato”? Forse sto elaborando la condizione di “anziano” che, sebbene non imminente, si potrebbe cominciate ad intravedere nel mio orizzonte ? Non so. So però che, stanotte come nella notte precedente, svolgevo questo compito con paziente indulgenza verso questi due uomini e forse è quello che, domani, vorrei per me.
Ma non solo di questo che volevo parlare.
Quando ci si lascia, se si potesse superare in un sonno profondo il dolore dell'abbandono e quella sensazione di non poter fare nient'altro nel futuro se non rimpiangere la perdita, s'impara sempre qualcosa anche di se stessi. Lo dico con molta parte della mia vita alle spalle e molte esperienze ormai ricordate con malinconica tenerezza; eppure riguardandole da qui, sono davvero convinto che da ogni perdita, da ogni abbandono abbia potuto trarre la forza necessaria per capire molti aspetti della vita che altrimenti mi sarebbero rimasti sconosciuti. Non dico che sia un bene essere lasciati, ma certo come una caduta dalla bicicletta o un brutto spavento in mare , aiuta a prendere le misure ed a vivere le esperienze successive forse con maggiore consapevolezza ed un pizzico di disincanto. Sapendo che una cosa si può perdere riusciamo a non sprecare inutilmente il tempo in questione secondarie.

giovedì 15 luglio 2010

Canotti.


Siccome sono pigro e piuttosto dispersivo, voglio mettere subito giù quelle quattro idee che mi sono venute in mente stamattina, quando prima del sorgere del sole mi giravo nel letto ancora speranzoso di riaddormentarmi.
La cosa nasce da un sogno fatto la notte scorsa; facevo il badante di un certo Signor Giovannoni, che non aveva nemmeno un capello bianco e due folte e lunghe sopracciglie, al contrario di me che, anche nel sogno, avevo tutti i capelli bianchi. Questo Signor Giovannoni era piuttosto burbero ed io nel sogno, chissà perché, gli proponevo di dare una scorciatina a quei cespugli che aveva sopra gli occhi; la moglie del Signor Giovannoni mi faceva segno con gli occhi, come se avessi toccato un tasto delicato. La cosa strana, nel sogno, era che alla fin fine tra me ed questo signore non sembrava esserci poi così tanta differenza.
Da questo è iniziato un percorso mentale che è arrivato fino alla chirurgia estetica.
Senza entrare nel merito del perché, argomento che avrebbe bisogno di pagine e pagine di considerazioni, vorrei proporre alla vostra attenzione solo due aspetti.
Il primo riguarda il preoccupante appiattimento che la chirurgia estetica produce nella fisiognomica; poiché ci si ispira ad un unico modello estetico ci troviamo di fronte alla clonazione di visi che sembrano fotocopie gli uni degli altri e che, più frequente diventa il ritocco, maggiore è la perdita di espressione. Visi tirati, labbra gonfie, zigomi altissimi e levigati ,assenza di rughe e nel contempo uniformità di espressione che ricorda sempre di più quella delle bambole di ceramica, volti levigatissimi ma vagamente ebeti.
Non pensano costoro al significato anche di una singola ruga? Al fascino morbido di quelle che ingiustamente vengono definite “zampe di gallina” e che io chiamerei certificazioni di vita?!?
L'altro aspetto riguarda il limite. Fino a quando si potrà intervenire per scongiurare un evento naturale ed anzi perfino salutare come il trascorrere del tempo? Quanti interventi e con quale frequenza occorrerà subire per continuare a fingere che tutto rimanga immutabile? Mi capita spesso di vedere donne, ma a volte anche uomini, che da lontano appaiono giovani, mentre da vicino pur nella loro innaturale levigatezza mostrano anche solo nell'espressione degli occhi il tempo che è trascorso; e questi segni diventano paradossalmente più fastidiosi proprio per questo palese tentativo di nasconderli forse prima di tutto a se stessi.
I mie figli, con quell'acume un po' crudele che distingue i giovani, indicano questi soggetti femminili con la definizione “dietro liceo, davanti museo”.

domenica 11 luglio 2010

Restringere la visuale


Dovrei parlare dei miasmi che si sollevano dal putridume di questa pseudodestra affaristicopitreista che sta perdendo tutto il belletto con il quale ha cercato di ricoprire il verminaio mai sepolto della corruzione.
Dovrei. Ma , sinceramente, proprio non ci riesco; forse, come vado sostenendo da tempo, sta implodendo senza che nessuna forza esterna possa fare alcunché a patto che lo voglia fare.
L'ultima cena a casa Vespa dipinge un vertice crepuscolare con i poteri di sempre, Chiesa compresa; la quale dovrebbe interessarsi di lavare i numerosi peccati, tra i quali il più lieve anche se il più sgradevole, è paradossalmente proprio la pedofilia. Si dipingono preoccupati per l'Italia, ma sono molti più allarmati dal buon andamento dei propri affari per i quali hanno bisogno di alleati affidabili.
Dovrei parlare di questa assurda ripetizione di inutili , inspiegabili, inaccettabili omicidi-suicidi di giovani uomini e donne incapaci di riconoscere la sconfitta, impreparati a gestire gli abbandoni.
Invece ho fatto questa considerazione : il tempo non è infinito.
Sembra ovvio, ma d'improvviso , ho avuto l'esatta percezione che la vita che mi resta è certamente molta di meno di quella che ho già vissuto. Questo , direte voi miei amati lettori, dovrebbe suscitare in me un profondo senso di smarrimento; invece no ! Non che ne sia contento, ma sono arrivato alla conclusione che non potendo più osservare la vastità del panorama di una vita intera da vivere, posso finalmente concentrarmi sui dettagli.
I dettagli sono importanti ma si colgono solo quando l'occhio non è più assorbito interamente dall'immensità vagamente inquietante di una vita da vivere per intero, nuova direi, con tutti gli errori che si possono fare.
I dettagli sono importanti perché danno un senso alle cose, i dettagli sono importanti perché sono ciò di cui ci si può veramente innamorare, i dettagli sono importanti perché ci fanno scendere più a fondo e scoprire ciò che un giorno passato non avremmo nemmeno notato, e scusate la rima.
Amo i dettagli ed a costo di sembrare pedante cerco di curarli ed apprezzarli come non avevo mai fatto.

mercoledì 7 luglio 2010

In attesa delle vacanze.


Sempre più di rado scrivo. Le idee ci sono, mille se vogliamo, ma restano lì, si disperdono come quei riccioli di nuvole bianche che non riescono a trasformarsi in pioggia, perché il vento le disperde prima.
Potrei parlare del caldo percepito che, signora mia, è molto più forte di quello registrato; delle stagioni che, signora mia, non sono più quelle di una volta; delle coppie che si scoppiano e di quelle nuove che si formano. Ma, è più forte di me, non riesco ad appassionarmi a nessun argomento.
Nemmeno lo psicoNano, che ne inventa una ogni giorno, riesce a smuovere la mia pigrizia.
Vorrei parlare d'altro, di un viaggio da fare, di una mostra fotografica da vedere, di una invisibilità che a volte mi attrae irresistibilmente, come se attraverso il divenire un altro , anche se per poco, trovassi il bandolo di una matassa sempre più pesante.
E non potendo parlare di quello che davvero mi interessa, non potendo raccontare dei timori improvvisi che a volte mi sovrastano, parlo del nulla o non parlo affatto.
La Spagna e l'Olanda sono in finale; sono contento e tifo per l'Olanda.

venerdì 2 luglio 2010

Non dire gatto....




Allora, è andata così.
Le due gattine di nemmeno un anno se ne sono andate a poca distanza l'una dall'altra. Una per un versamento polmonare dovuto probabilmente a qualche seme inalato; l'altra per motivi inspiegabili.
E stato un vero dolore e sono certo che molti di voi capiranno; erano nate in casa, le abbiamo viste crescere, erano buone ed affettuose, riempivano la casa tanto più ora che siamo rimasti solo in tre.
Bisogna fare come quando si cade dalla bici o si ha un incidente in macchina : subito a riprovare senza lasciarsi vincere dal timore che  possa ripetersi. Così abbiamo preso un altro gatto; siamo andati da veterinario che ci ha fatto vedere tre gattini che gli avevano lasciato sulla porta dell'ambulatorio.
Certo vi chiederete : ma come dovevano essere brutti gli altri due se avete scelto questo?
Vi posso solo dire che uno dei due si chiamava "Pirata" e potete immaginare perché; ora, l'amore per gli animali va bene, ma un gatto guercio sinceramente.....E così abbiamo preso questo.
Ora a distanza di qualche giorno mi chiedo se non avremmo fatto meglio a scegliere il "Pirata" !
Ma ormai è fatta.
A onor del vero bisogna dire che, coscio della sua bruttezza, questo micio è affettuosissimo e coccolone proprio come dovrebbe essere un gatto da casa e fa di tutto per farsi amare.
E' piccolo oltre che per via del fatto di avere solo due mesi proprio perché è minuto, però per bilanciare questa sua ridotta dimensione mangia come un forsennato qualunque cosa gli capiti a tiro, pane compreso !
Insomma ormai c'è : a colmare un vuoto doppio abbiamo preso un mezzo gatto, il quale oltretutto non ha ancora un nome.