Per vari motivi che non sto qui a raccontare, vado quasi tutti i giorni a fare la spesa. Sono convinto, a meno che qualcuno non mi dimostri il contrario, che si possa risparmiare acquistando esclusivamente ciò che serve per il giorno, pranzo e cena.
Magari mi sbaglio.
Questa giornaliera frequentazione del supermercato mi mette in contatto con quel variegato mondo che si attesta all'entrata, o all'uscita a seconda di come la si veda, per chiedere qualcosa; e quando dico qualcosa non intendo necessariamente denaro ma anche.
Nella mia personalissima classifica delle presenze che meno sopporto, al primissimo posto ci sono i testimoni di Geova, con quell'aria perennemente afflitta di chi sta al mondo solo per soffrire e quell'assurdo giornaletto, “La Torre di Guardia”, che vorrebbero appiopparmi. Di norma a questi, che generalmente si palesano sotto le spoglie di innocue vecchiette, rispondo che sono mussulmano.
Subito dopo ci sono quelli che ti chiedono una firma, mettendoti nelle mani una penna per la quale ti sollecitano un contributo che all'inizio è predeterminano ma, in seguito, trattabile; in genere la firma è “contro la droga”, che vuol dire tutto e niente. Questi, che spesso sono ragazzi che si guadagnano qualche euro con questo stratagemma, li liquido assicurando che io “sono favorevole alla liberalizzazione delle droghe.....tutte”.
Non vorrei sembrare razzista ma mi risultano davvero insopportabili quelli che, per non fare torto a nessuno, vorrei definire “slavi”; questi di norma sono personalmente afflitti da terribili deformazioni o hanno sfighe terribili in famiglia; il loro atteggiamento piagnucoloso mi produce una immediata reazione uguale e contraria, per cui , mestamente gli rispondo “non me ne parlare, se mi metto ad elencare i miei problemi.......” Ammetto che non bisogna generalizzare, ma spesso mi è capitato di vedere alcuni di questi arrivare alle casse del supermercato con generi così futili da pensare che, nel frattempo e miracolosamente, tutte le sfighe siano finite.
Negli ultimi mesi spesso ho incrociato ragazzi di coloro, sempre molto giovani, a volte molto belli e con un fisico invidiabile; ebbene quello che mi piace di loro è il sorriso con cui si avvicinano chiamandoti “fratello”. Vendono sempre qualcosa, ma non disdegnano di riportarti il carrello a posto, dopo averti messo diligentemente la spesa in macchina. Anche questi li incontro di frequente lontani dal loro “posto di lavoro” e ci salutiamo sempre con calore, come vecchi amici.
Certo non se la passeranno bene e non voglio pensare a loro come una nota di colore nel triste e scontroso panorama cittadino, hanno certamente i loro problemi e vivono lontani dal loro paese, tra gente che, pur non avendo alcun motivo per esserlo, si ritiene superiore.
Però, vivaddio, sorridono di un sorriso sincero e un po' fanciullesco e non solo sono contento di dargli quell'euro che tengo sempre pronto, ma mi sento pure in colpa per un benessere che non ho fatto molto per meritare.
PS: ringrazio
giu-ant-mart per la foto