giovedì 31 dicembre 2009

Camionista per un giorno.



E' andata così.
Ieri era la giornata della fine e dell'inizio; siamo andati a Roma , noi maschi Unodicinque, e abbiamo tolto tutto quello che c'era da togliere nella vecchia casetta , sistemato tutto su questo bel furgone e trasportato nella nuova casetta (in affitto) del principe ereditario e del ramo cadetto. Comincia così una nuova avventura, abbastanza dispendiosa in verità ma, si sa, per i figli questo ed altro.
Io mi sono sciroppato il viaggio di andata (sotto la pioggia) e di ritorno (col podacst di 610 nell'orecchio) senza batter ciglio, come se nella mia vita avessi sempre guidato dei furgoni, compreso a Roma tra le mille auto che, timorose, si tenevano a debita distanza.
Considerazioni finali:
1)una fatica bestia;
2)i nostri acquirenti sono persone a modo, simpatiche e precise; lei un po' troppo.
3)Gli appartamenti sfidano le leggi della fisica: riescono a contenere una quantità di oggetti maggiore del loro volume;
4)i ragazzi devono imparare e lo fanno solo se li lasci sbagliare; e alla fine non è nemmeno detto che sbaglino, visto che l'appartamento scelto è delizioso.
5)la signora che abitava nell'appartamento che abbiamo affittato a momenti diventava nostra parente; tra lo scaricamento di uno scatolone e l'altro mi ha raccontato tutta la sua vita e quando siamo andati via ci ha persino baciato;
6)ascoltare le trasmissioni in podcast è 'n tajio (scusate il gergo gggiiooovane), ascoltarle con un'auricolare nel proprio orecchio e l'altro in quello del ramo cadetto è scomodo ma molto molto coinvolgente.
Concludo pensando che questo cambiamento sia un segno; finisce l'anno e i miei ragazzi inizieranno una nuova avventura, non più nella casa della nonna e con la nonna ma da soli , da ometti responsabili. Nonna , da dove si trova, approverebbe.
Auguri a tutti di iniziare qualcosa di nuovo, senza abbandonare le cose belle che abbiamo.

lunedì 28 dicembre 2009

Non tutti i mali vengono per nuocere (ma alcuni si)



Avete mai svuotato un appartamento? Ma no! Che avete capito!?? Non è che i maschi della famiglia Unodicinque si siano trasformati in ladri, è che ci si è trovati di fronte alla improrogabile necessità di liberare la casa che abbiamo venduto.
Sorvolo su tutte le implicazioni emotive e sentimentali che mi hanno più volte costretto ad appartarmi per dare libero sfogo alla commozione; voglio solo parlare di cosa significhi, per un essere umano, togliere tutto , ma dico proprio tutto, ciò che negli anni è stato poggiato, adagiato, infilato, nascosto, occultato, conservato, riposto in un casa di appena novantotto metri quadri, nella quale hanno vissuto fino ad un massimo di cinque persone.
L'impresa, vi assicuro, è a dir poco titanica. L'operazione avviene poi tra una serie pressoché infinita, di ….uhhhh, questo non si può buttare.....ohhhhh, ma guarda dove era finito!?!?.....ahhhh, eccoli i biglietti di auguri per la prima comunione!!! Insomma una continua interruzione, una teoria di soste indagatrici, di fermate strategiche, di pause “umide”.
Però questa è la vita e ad un certo punto l'unica cosa che desideri è finire, ad un certo punto la stanchezza affoga le emozioni e si fa urgenza di concludere.
Così è stato, non prima di aver fatto una “pausa pranzo” tutta “omo” con brevissimo momento di relax opportunamente immortalato.
Quello dove eravamo sdraiati era il lettone dei miei, la meta più ambita di me bambino. E' stato bello chiudere un epoca fissando l'immagine di tre uomini sorridenti uniti da un vincolo di affetto e complicità (anche perché avevamo svolto si e no un terzo del lavoro, la sera avevamo ben altra espressione)

sabato 26 dicembre 2009

The day after.





A proposito di famiglie allargate, la sera della vigilia eravamo in diciassette.
Mettetevi comodi che vi spiego; dunque: c'era tutta la famiglia Unodicinque, poi c'era la sorella di Unodicinque con il marito e due figli, che però non sono figli di quel marito ma di uno precedente; poi c'era il figlio del marito della sorella di Unodicinque, che però non è figlio della sorella di Unodicinque ma della prima moglie. Poi c'era la prima moglie del marito della sorella di Unodicinque con la mamma, cioè la ex suocera del marito della sorella di Unodicinque; e c'era anche la sorella della mamma della prima moglie del marito della sorella di Unodicinque con il figlio. A tutto questo aggiungete la moglie del figlio del marito della sorella di Unodicinque con due splendidi bambini piccolissimi, gli unici in tutto quell'ambaradan a credere ancora a Babbo Natale.
Ora se non vi gira la testa vi dirò che m'è toccato pure travestirmi da Babbo Natale, certo un babbo natale smilzo ma non stamo a guarda' er capello; però vi assicuro che la cosa mi ha divertito tantissimo e riportato indietro negli anni, quando era mia padre a farlo con il massimo impegno.

giovedì 24 dicembre 2009

Auguri di un sereno Natale.



Io preferisco la serenità alla felicità, per tutta una serie di motivi che magari spiegherò un'altra volta. Ora ho il rotolo con cipolle, uvetta, pinoli, olive e acciughe in forno.

mercoledì 23 dicembre 2009

Stai diventando vecchio quando.....




C'è stato un tempo in cui partivo al mattino per Bologna e rientravo il giorno stesso; c'è stato un tempo in cui andavo a Roma, visitavo i miei clienti ed avevo anche il tempo e la voglia di stare a cena con loro; c'è stato un tempo in cui la soddisfazione per le cose fatte era più grande della fatica fatta per portarle a termine. Ora no.
Oggi ho avuto due soli incontri, uno al mattino e l'altro all'ora di pranzo; il tutto riempito da traffico, traffico e ancora traffico. Oltre due ore per arrivare da un punto all'altro della città e devo ringraziare il cambio automatico; non è più tempo, mi dico.
Vorrei fare cose più interessanti, dedicare il tempo a ciò che amo, viaggiare magari ma senza essere circondato da auto e persone che, lo confesso, mi sembrano più rassegnate che nevrotiche.
Ho bisogno di vivere la vita.

lunedì 21 dicembre 2009

Villa Roncalli.




Baccalà mantecato con carciofi; polenta macinata a pietra con involtini di verza e chianina; insalata con pane alle noci e mousse di germano; zuppa di lenticchie con cavolfiore e cappelletti; gnocchetti con ricotta. broccoletti e brasato di manzo al rosso di Montefalco; agnello con verdure di campo e patate strascinate; tortino al caffè con crema e noci. Grechetto, Rosso di Montefalco , caffè.

Villa Roncalli è un albergo ristorante di Foligno dove si pratica lo “slow-food”, e quando dico slow voglio intendere che abbiamo iniziato a mangiare alle due meno un quarto e finito alle cinque e dieci.

E' un pranzo aziendale , si fa una volta all'anno in prossimità del Natale; non mi piace andare a questi pranzi, nei miei otto anni in questa società ci sono andato non più di quattro volte. Sono proprio i pranzi aziendali che non mi piacciono, alcuni colleghi mi sono simpatici altri non li sopporto proprio e secondo me uno a pranzo ci deve andare con chi sta bene, anche in silenzio magari, anche per un primo ed un contorno, ma stando a proprio agio.

Quest'anno non ho potuto esimermi per motivi che non sto qui a spiegare. Sono stato abbastanza bene fino ad un certo punto, poi mi sono sentito improvvisamente fuori luogo.

Però il menù era ottimo, una consolazione parziale ad una situazione di disagio.

Capelli


Posted by Picasa

Noi siamo “capelloni” di famiglia nel senso che c'è una tradizione di folte “criniere”.
Bianche.
Vabbè, dice, non si può avere tutto; ed in effetti, stando ai commenti di molti miei coetanei, meglio capelli bianchi che niente capelli.
Dei figli il primo ha una specie di tappetino incollato sul cranio così folto che si fatica a scorgere il più piccolo lembo di cute (se non sulla nuca dove ha pensato bene di procurarsi tempo fa una lunga ferita bisognosa di un congruo numero di punti), il secondo ha folti e lunghi capelli liscissimi, la femmina ha una chioma nerissima e andulata.
Io sono bianco, da anni, e dopo un alternarsi di lungo, corto, lungo ho optato per un pratico e drastico taglio che mi accompagna ormai da qualche anno e che ha come unica controindicazione un'esposizione al freddo invernale che sono costretto a mitigare con un graziosissimo “zucchetto” blu.
Tra i tanti vantaggi c'è che non lascio ricordi in giro, niente capelli nel lavandino né sul pettine.
Interessa?

venerdì 18 dicembre 2009

Natale senza.



Questo sarà il primo Natale della mia vita senza di te; tu ne avevi passati ventiquattro senza di me, poi sono arrivato e da allora ogni anno è stato così.
Anche quando me ne sono andato il Natale è stata una festa da passare insieme, magari l'ultimo dell'anno no, ma Natale si; il Natale è la festa della famiglia e per noi è stato sempre importante, con tutte quelle tradizioni che abbiamo cercato di conservare.
E poi, in un certo senso siamo stati fortunati, per una serie di motivi non ci siamo mai dovuti dividere con i parenti di mogli e mariti.
Non è che non mi ricordi di te ogni giorno, ancora adesso spesso mi sembra mi manchi di aver fatto qualcosa, e penso che non ti ho telefonato, ma penso anche che non posso farlo e allora telefono a mia sorella, come se in qualche modo ti sostituisse.
Dicevo, non è che non mi ricordi di te ogni giorno ma a Natale si sa, si pensa alla famiglia e quando qualcuno manca lo senti di più; e poi mi vengono in mente i tuoi modi di dire, quest'anno regali “mitipretese” che ormai sono una povera pensionata.
E mi torna in mente la pasta con il sugo di tonno e l'anguilla marinata che piaceva solo a me e a te e dopo anche a tuo nipote, e i torroni al cioccolato che ti piacevano tanto .
L'anno scorso, non sapendo davvero cosa regalarti piena com'eri di mille cose accumulate negli anni in modo un po' compulsivo, t'avevo regalato quel libro di fotografie, un libro lungo una vita e pieno di momenti felici, perché chissà per quale motivo, si fotografano solo i momenti felici; e in fondo c'era scritta una frase, l'avevo scritta di pugno, che era falsissima perché quell'augurio non sarebbe durato nemmeno un anno.
Vabbè, lo so sarà dura, ci saranno tutti e quest'anno anche di più e forse è meglio così, magari riusciremo a distrarci un po' e forse a te tutta la confusione che ci sarà non ti sarebbe nemmeno piaciuta; ci sarà una bambina nuova, quella nata il giorno che te ne sei andata.
Ma tutta la gente e la confusione non toglierà nulla al fatto che tu non ci sei più.

mercoledì 16 dicembre 2009

Gattoterapia.



Quando posso, il pomeriggio, mi concedo un passaggio brevissimo sul divano.
E' incredibile come io, insonne cronico, riesca ad addormentarmi anche sono per dieci minuti; e, sottolineo, sono dieci minuti goduriosissimi.
La cosa particolare è che mi sveglio esattamente all'ora in cui devo uscire per tornare in ufficio per fare tutto ciò che è irrimandabile ed irrinunciabile.
Ma prima di “accucciarmi” con una “copertuccia” cerco un gatto perché devo fare la “gattoterapia”; questa terapia consiste nel ficcarsi un gatto o, nella sua versione più efficacie due, sotto le coperte e scivolare nel sonno cullati dalle loro fuse che, giuro, hanno un incredibile potere soporifero.
Questa, poi, che insieme alla sorella è nata in casa, ha la consistenza essa stessa di una coperta, nel senso che non oppone alcune resistenza e tende, come l'acqua , ad assumere la forma del suo contenitore che , nella fattispecie, è la nicchia formata dalle mie gambe piegate.
Provare per credere.

martedì 15 dicembre 2009

Stavolta si!




Quello delle 14.11.58 non l'abbiamo sentito affatto, chissà perché? Ma questo delle 18.58.33 si......per forza, guardate l'epicentro!?!?
Ad ogni modo, sarà che abbiamo imparato a conviverci, sarà perché la nostra casa è a prova di scosse, sarà perché sono abbastanza fatalista, fatto sta che non ho fatto una piega.
Direi, con una sottile ironia, che non sono affatto "scosso"!

lunedì 14 dicembre 2009

Mi accade......



una cosa strana e non da oggi, ma non ricordo se l'ho sempre avuta oppure me ne sono accorto ora.
Fatto sta che mi accade 'sta cosa e cioè che mentre mi avvicino alla meta rallento, come se arrivare mi spaventasse.
Sarà forse il timore di veder sfumare l'obiettivo, o forse la paura che non ne sia valsa la pena, o semplicemente l'idea che il percorso sia più importante dell'arrivo.
Ecco si, direi che è questo; m'accorgo che viaggiare è più bello che arrivare, che il vero scopo non è raggiungere la meta ma scoprire il percorso e tutto quello che c'è nel mentre.
Mi succede pure coi libri, quanto sono a poche pagine dalla fine, specie se il libro mi è piaciuto molto, improvvisamente rallento, le pagine si fanno pesanti, mi dispiace finirlo; e anche se la fine mi piace, mi sorprende o, come spesso accade, mi commuove, mi rimane quel gusto amaro in bocca di aver consumato un'emozione fino alla fine che non sarà mai la stessa, anche rileggendo il libro.
Anche ora che devo chiudere il post sto rallentando e scrivo e cancello le parole ; quando si conclude, qualunque cosa sia, ci lasciamo alle spalle qualcosa di definito che prende una forma che non si può cambiare.

sabato 12 dicembre 2009

Qualche doverosa spiegazione.




E' sempre difficile iniziare a scrivere.
Perché quando si parte si vorrebbe che nel primo post ci fosse già, in qualche modo, tutto quello che si dirà in seguito.
Per me questo è ancora più difficile perché nello scrivere, come nella vita, non ho una direzione precisa e mi piace vagare da un argomento all'altro soffrendo spesso di innamoramenti improvvisi che presto svaniscono in una nuova passione.
Mentre comincio mi dico , cercherò di dare un colore, un tono, un tema a questo blog, ma dentro di me già so che non sarà così.
A qualcuno debbo una spiegazione perché nel corso degli ultimi anni qualche lettore affezionato e da me ricambiato , me lo sono fatto.
Coloro che hanno avuto la costanza di seguirmi sanno che avevo cambiato piattaforma da poco, insoddisfatto di quella precedente; negli ultimi tempi poi, per vari motivi, ero stato tentato di chiudere il blog precedente tornando però di nuovo a scrivere per l'irrinunciabile piacere di comunicare.
Poi, pochi giorni fa, una mattina ho aperto la pagina del mio blog ed ho trovato quella scritta che molti di voi avranno letto , il blog è stato rimosso.
Non so come siano andate le cose, chi o cosa abbia deciso che tutto quello che avevo prodotto negli ultimi due anni, le foto , gli scritti, dovessero sparire ma tant'è; sto cercando con Google di capire, ma non è facile e non c'è nessuno dall'altra parte che ti ascolti, tutto avviene con dei “form” precostituiti con delle domande cui rispondere.
Ma non rinuncio, se avessi voluto rimuovere il blog l'avrei fatto per una mia decisione ma subire questa che considero una violenza mi da un fastidio terribile perché tra le tante cose che non tollero c'è la prevaricazione.
Così ho deciso di aprire questo blog e riprendere il filo del discorso, chiacchiere da bar lo ammetto, ma ormai divenute una piacevole abitudine cui non mi sento di rinunciare.
Via, si comincia!